Analisi di Poema 20 – Pablo Neruda

Condividiamo con voi un’analisi completa di «Posso scrivere i versi più tristi stasera», una descrizione delle sue figure letterarie e delle immagini che evoca il maestro Neruda.

Di cosa parla la poesia? Spiegazione e significato

La poesia 20 di Pablo Neruda parla della perdita dell’amore romantico e del desiderio di ricordare la persona amata. Neruda ha scritto i versi ispirati alla sua relazione con Albertina Azocar, una donna con cui ha avuto una relazione segreta per quasi 10 anni.

La storia inizia descrivendo una notte stellata, dove l’io lirico esprime la fine di un rapporto d’amore con sentimenti di dolore, solitudine e malinconia. Racconta il suo rimpianto narrando dettagliatamente il triste ricordo di una notte, dove l’ha amata e baciata tante volte, guardandola negli occhi fissi.

Ma poi confessa che tutto è cambiato, sottintendendo la trasformazione che subiscono le relazioni umane nel tempo: non sono più le stesse.

In tutta la poesia il verso viene ripetuto tre volte: «Posso scrivere i versi più tristi stanotte». Questa ripetizione ritmica gli dà una certa malinconia nella sua rima. L’oratore sa di aver perso la sua amata, ma ciò non significa che si rassegna, non termina il suo duello, insiste e la cerca nel vento per toccarle l’orecchio. Il suo cuore la cerca, anche se ha capito che la sua amata presto «sarà di qualcun altro».

Se dovessimo riassumere l’intera poesia in un verso, sarebbe forse la rivelazione che «L’amore è così breve e l’oblio è così lungo».

Poema 20

Posso scrivere i versi più tristi stasera.
Scrivi ad esempio: «La notte è stellata,
e le stelle tremano in lontananza, azzurre.»
Il vento della notte gira nel cielo e canta.

Posso scrivere i versi più tristi stasera.
L’amavo, e a volte anche lei mi amava.

In notti come questa la tenevo tra le mie braccia.
L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.

Lei mi amava, a volte anche io l’amavo.
Come non aver amato i suoi grandi occhi immobili.

Posso scrivere i versi più tristi stasera.
Pensare che non ce l’ho. Sensazione di averla persa.

Ascolta la notte immensa, ancora di più senza di lei.
E il verso cade sull’anima come rugiada sull’erba.

Importa che il mio amore non possa tenerlo.
La notte è piena di stelle e lei non è con me.

È tutto. In lontananza qualcuno canta. Nella distanza
La mia anima non si accontenta di averla persa.

Come per avvicinarla, il mio sguardo la cerca.
Il mio cuore la cerca, e lei non è con me.

La stessa notte che imbianca gli stessi alberi.
Noi, quelli allora, non siamo gli stessi.

Non la amo più, è vero, ma quanto l’amavo.
La mia voce cercò nel vento per toccarle l’orecchio.

Di altri. Verrà da un altro. Come prima dei miei baci.
La sua voce, il suo corpo luminoso. I suoi occhi infiniti.

Non la amo più, è vero, ma forse la amo.
L’amore è così breve e l’oblio è così lungo.

Perché in notti come questa la tenevo tra le mie braccia
La mia anima non si accontenta di averla persa.

Anche se questo è l’ultimo dolore che mi provoca,
e questi sono gli ultimi versi che scrivo.

Analisi di Poema 20

In questa analisi del Poema XX ritroviamo il profondo disagio di una persona giovane e appassionata che non si rassegna alla perdita di ciò che considera il suo bene più prezioso: il cuore della persona che ama. La ripetizione dei versi, la notte e il colore azzurro delle stelle fungono da metafore della sua malinconia.

Chi è l’autore? Contesto

La poesia XX è stata scritta dal poeta cileno Pablo Neruda, ed è la penultima della raccolta «Venti poesie d’amore e una canzone disperata», pubblicata nel 1924.

Questa è l’opera poetica più letta della storia, per l’enorme sensibilità dell’autore, la sua grande maestria e la sua capacità di connettersi a un livello profondo con i sentimenti e le esperienze di molti tipi diversi di lettori. Parla dell’amore come linguaggio universale.

Pablo Neruda è lo pseudonimo del poeta, poiché il suo vero nome è Ricardo Eliecer Neftalí Reyes Basoalto. È nato in Cile.

Nel 1971, oltre al Premio Nobel per la letteratura, ha vinto il titolo di essere considerato il miglior scrittore dell’emisfero occidentale della storia e una delle più grandi figure della poesia del XX secolo.

Fatti divertenti

  1. La raccolta di poesie «20 poesie d’amore e una canzone disperata» e il suo famoso «Poesia 20» è considerato il libro e la poesia più letti nella storia della poesia.
  2. Nel 1970, un anno prima di vincere il premio Nobel per la letteratura, Pablo Neruda era candidato alla presidenza del Cile.

Contenuto e performance stanza per stanza

1°, 2°, 3° verso

L’io poetico ci dice che può » scrivere i versi più tristi stanotte «, e ci dà un esempio di come farlo (quando si riferisce: scrivi, per esempio, la notte è stellata ). Cioè, fa magistralmente due poesie in una. Ci vogliono due personaggi quello che osserva con sensibilità d’autore e l’io lirico che si manifesta e si connette con i sentimenti del lettore. 

Così, in questi primi versi, parla di una notte stellata. L’io lirico ci eleva alle stelle scintillanti e mette a nudo il suo amore per quella donna. Lo paragona al cielo, al vento. Allora lui è l’universo, il cielo che si gira e le canta il suo amore.

4° e 5° verso

Comincia ripetendo il primo verso » Posso scrivere i versi più tristi stanotte» , subito afflitto l’io poetico scende di nuovo al terreno e ci racconta il suo amore umano, in cui lui l’amava e lei lo amava. Descrive come l’ha abbracciata e baciata sotto il cielo infinito di una notte stellata, come quella di oggi in cui le scrive questi versi.

6° e 7° verso

L’io lirico insiste che lui l’amava e che lei lo amava. Mostrandoci cosa c’era tra loro e lui la presenta con i suoi grandi occhi fissi. Poi con immensa nostalgia confessa di sentire che «l’ ha persa «.

8° verso

“ Ascolta la notte immensa, più immensa senza di lei. E il verso cade sull’anima come rugiada sull’erba ” . L’io poetico esprime che il suo dolore è grande quanto il suono della notte immensa, una notte che cresce nella solitudine e in un vuoto immenso. Il suo dolore è così grande che il testo lo descrive quando alza il versetto e lo lascia cadere direttamente nella sua anima: » come rugiada sull’erba» . È un dolore profondo che esprime ciò che provi quando non ce l’hai con te.

Nono e decimo verso

Improvvisamente il sé lirico non si preoccupa più di non essere in grado di mantenere il suo amore, crede che il suo amore non sia stato sufficiente per mantenerla. Dopotutto, lei è nella » notte stellata, e non è con me «. È nelle stelle ma non è presente con lui. Poi in lontananza una voce scandisce un canto, che in lontananza gli ricorda la sua anima ferita.

11° e 12° verso

L’io lirico continua a cercare da dove viene la voce, la cerca con lo sguardo per farla risalire. E non potendo trovarla con la ragione e il senso della vista, la cerca con il cuore, ma invano: » non è con me».

Poi nella dodicesima strofa descrive alberi spettrali, sbiancati di notte come a dire che c’è una luna fredda che li illumina come nell’aldilà, dove loro, gli amanti, » non sono più gli stessi» .

tredicesimo verso

“Non la amo più, è vero, ma quanto l’amavo. La mia voce ha cercato il vento per toccare il suo orecchio». Ancora una volta, l’io poetico bestemmia chi non la ama, lo afferma, ma è una bugia. Vuole sciogliersi nel vento per » toccare il suo orecchio». Ovviamente non puoi avvicinarti per parlargli.  

14° verso

“ Da un altro. Verrà da un altro. Come prima dei miei baci. La sua voce, il suo corpo luminoso. I suoi occhi infiniti”. Ora l’io poetico è geloso, sente, intuisce che è con un’altra, che la bacia, che le parla, che tocca «il suo corpo limpido «. E ricorda solo i suoi occhi infiniti. 

15° verso

“ Non la amo più, è vero, ma forse la amo. L’amore è così breve e l’oblio è così lungo”. Ci dice che non la ama più, ma forse sì. Una contraddizione classica di chi sta vivendo il dolore di una mancanza d’amore. 

E poi presenta magistralmente la grande rivelazione del poema, la comprensione più profonda di ciò che può derivare da una rottura d’amore: «L’ amore è così breve e l’oblio è così lungo» .

16° verso

«Perché in notti come questa la tenevo tra le mie braccia, la mia anima non si accontenta di averla persa.» L’io lirico ora rivela che, in notti stellate come quella, lei era tra le sue braccia. Ma non è soddisfatto, non perdona la notte, né se stesso, per averla persa. 

17° verso

Infine, continuando la pretesa della notte stellata in tono d’addio, l’io lirico dice: » Anche se questo è l’ultimo dolore che mi provoca, questi saranno gli ultimi versi che le scriverò». È la fine della sofferenza, l’addio di un grande amore prima della notte stellata, e la certezza che non le scriverà più versi. Mai più. Con grande tristezza toglie la penna dal foglio, si alza e si ritira definitivamente da quell’amore. 

Figure letterarie

Nella poesia 20 troviamo figure letterarie come anafora, metafora e iperbole, ci trasmette un sentimento ritmico di nostalgia. Alcune di queste figure letterarie e come l’autore le usa sono esemplificate di seguito:

  • Prosopopea o Personificazione: » Il vento della notte gira nel cielo e canta», «… le stelle azzurre tremano», «Posso scrivere i versi più tristi stanotte», «Il mio cuore la cerca, e lei non è con me» , «La sua voce, il suo corpo luminoso. I suoi occhi infiniti”.   
  • Allitterazione: «Scrivo quello che verso ma triste stasera» .     
  • Gioco di parole : «L’amavo, ea volte anche lei mi amava.», «Lei mi amava, a volte anche io l’amavo», «Anche se questo è l’ultimo dolore che mi provoca, e questi sono gli ultimi versi che scrivo» .
  • Simile o Confronto: «Come si potrebbe non amare i suoi grandi occhi.», «E il verso cade sull’anima come rugiada sull’erba.», «Come per avvicinarlo il mio sguardo lo cerca», «Perché nelle notti come questo avevo le braccia «,» Pensare che non ce l’ho. Sensazione di averla persa». 
  • Metafora: «La mia voce cercava il vento per toccare il suo orecchio», «Ti amo fino al cielo», «… le stelle tremano blu…», «Il vento della notte gira nel cielo e canta», “La stessa notte che fa sbiancare gli stessi alberi” 
  • Antitesi: “L’ amore è così breve, e l’oblio è così lungo ”, “Pensare che non ce l’ho. Sentire di averla persa ”,“Non l’amo più, è vero, ma quanto l’amavo ”  
  • Anafora: » Da un altro apparterrà a un altro come prima dei miei baci», «la notte stellata», «La mia anima non si accontenta di averla persa», «Non l’amo più, è vero, ma quanto ho amato lei.», «» Ecco In lontananza qualcuno canta. Nella distanza». 
  • Sinestesia: Immagini visive, uditive, tattili: «brividi le stelle», «La notte è stellata», «In lontananza qualcuno canta». Il vento della notte gira nel cielo e canta «,» Ascolta la notte immensa, più immensa senza di essa «,» La mia voce cercava il vento per toccargli l’orecchio. «   
  • Iperbole: » Il vento notturno gira nel cielo e canta». 
  • Epiteto: «brivido, azzurro, le stelle…», «Tante volte l’ho baciata sotto il cielo infinito», «…amava i suoi grandi occhi, i suoi fissi.», «I suoi occhi infiniti» . 
  • Ironia: «Che importa che il mio amore non possa tenerlo» . 
  • Esagerazione «Sentire la notte immensa, più immensa senza di lei», «I suoi occhi infiniti». 
  • Asyndeton : “La sua voce, il suo corpo limpido. I suoi occhi infiniti”. (La congiunzione «e» è omessa).
  • Paradosso: “Da un altro. Verrà da un altro. Come prima dei miei baci». «La mia anima non si accontenta di averla persa», «Non la amo più, è vero, ma forse la amo» . 
  • Cronografia : «La notte è stellata e lei non è con me». (descrive un ambiente in questo caso notturno) .
  • Epanalepsis: “Ecco. In lontananza qualcuno canta. Nella distanza.» (quando nel mezzo o all’inizio è fatto in un modo e finisce nello stesso modo) . 
  • Riduplicazione: “Da un altro. Verrà da un altro. Come prima dei miei baci». 

Quante strofe ha la poesia 20? Composizione e Rima

Questa poesia è costruita con 32 versi distribuiti in 17 strofe a coppie e due singoli versi. Tutta l’arte maggiore, filastrocca assonante e schema libero.

Il metro del poema è di versi alessandrini accentati nella tredicesima sillaba 

Deja un comentario